
Un’unica agenzia per coordinare i soccorsi del 118 in tutta la Toscana. È la riforma, ancora in cantiere in Regione, che manterrebbe comunque attive le sei centrali telefoniche del territorio. L’agenzia, che sarebbe pubblica e non appaltata a privati, non sarebbe destinata a gestire direttamente i soccorsi, ma si occuperebbe di stilare le regole d’ingaggio di ambulanze, elicotteri, automediche, operatori sanitari e volontari e anche di fare formazione.In Regione, della riforma si parla ufficiosamente da quattro mesi, tra molte incertezze. Uno degli elementi di novità dovrebbe inoltre riguardare il ruolo del medico: il modello da applicare in tutta la Toscana è quello già in funzione a Firenze, Pistoia e Empoli, ovvero niente più medico sull’ambulanza (caso che comporta che venga impegnato in servizi di soccorso su casi minori gestibili da infermieri e volontari), ma chiamato solo per i casi gravi. A spiegare i possibili cambiamenti sul ruolo delle automediche è il presidente regionale delle Misericordie, Alberto Corsinovi: «Un punto
cruciale su cui stiamo spingendo è che l’automedica sia guidata da un operatore e non più un infermiere».
Oggi, quando il caso è grave, medico e infermiere salgono a bordo dell’ambulanza e accompagnano il paziente all’ospedale e, quindi, non possono essere attivi fino a che non vengono riaccompagnati fino all’automedica.
Con la riforma, l’automedica, guidata dall’operatore, seguirebbe invece l’ambulanza, permettendole
così di tornare attiva subito dopo la consegna del paziente al pronto soccorso, azzerando i tempi morti.
«Il problema è anche che scarseggiano i medici di emergenza urgenza», dice il consigliere regionale
del Pd, Paolo Bambagioni. «Da febbraio si vocifera della riforma, ma non si hanno certezze aggiunge
Scriverò al presidente della commissione regionale sanità Stefano Scaramelli perché convochi tutte le
parti in causa, compreso l’assessore alla salute Stefania Saccardi, e si chiariscano i contenuti della
riforma». Bambagioni si dice contrario all’ eventualità di un’ agenzia regionale se questa si dovesse
sostituire alle centrali del 118, tanto più se privata. E spiega che l’ attuale sistema toscano, attivodal 1997, è migliorabile («le sei centrali non dialogano tra loro») ma è comunque «tra i più efficienti in Italia».
I dati, dice il consigliere, rivelano difficoltà nell’Asl Sud: a Siena Grosseto, gli interventi in un anno sono meno di 47 mila a fronte di oltre 177 mila chiamate al 118, mentre ad Arezzo solo nel 20,5 per cento dei casi gli interventi vengono fatti da un team sanitario a fronte di una media regionale del 28,2 per cento.
Fonte: Corriere Fiorentino