
Cinque sigle sindacali (Fp Cgil, Anaao, Cimomedici, Sindacato medici italiani e Federazione dei medici) hanno deciso di riattivare lo stato di agitazione nel settore dell’ Emergenzaurgenza, a seguito degli accordi disattesi dal direttore generale dell’ Usl Toscana SudEst Enrico Desideri. Ad annunciarlo, nella tarda serata di mercoledì il dottor Giacomo Fantozzi, portavoce del sindacato dei medici italiani, per conto della cosiddetta intersindacale del settore EmergenzaUrgenza di Grosseto, Arezzo e Siena. Dopo l’ apertura di credito del marzo scorso, preso atto delle rassicurazioni disattese e degli impegni non mantenuti da parte del direttore Desideri, adesso i medici tornano all’ attacco, annunciando nuove agitazioni e dettagliando ciò che non è stato fatto negli ultimi mesi. Nel mirino, oltre al direttore generale, il responsabile del dipartimento Emergenzaurgenza Massimo Mandò e la politica, a partire dai sindaci del territorio. «A un anno di distanza dall’ accorpamento delle centrali operative 118 di Siena e Grosseto spiegano Roberto Vecchioni (per Anaao), Mauro Marziali (Cimo), Francesca Muti (SmiFvm) e Gennaro Troncone (FpCgil) si continua a navigare a vista, senza un modello organizzativo né per l’ Emergenza, né per l’ organizzazione dei trasporti sanitari ordinari, e in assenza di un legittimo direttore, individuato tramite le dovute procedure concorsuali. Solo la grande professionalità, il senso di responsabilità e l’ esperienza di medici e infermieri che lavorano nel settore da molti anni consentono la gestione quotidiana delle emergenze sul territorio e nei pronti soccorsi; con il passare del tempo tuttavia il rischio per i pazienti e per gli operatori diventa sempre più alto». I sindacati contestano la demedicalizzazione selvaggia delle ambulanze sul territorio e la riduzione del personale sanitario in tutte le fasi dei processi e dei percorsi sanitari, anche per le patologie tempo dipendenti come l’ ictus, l’ infarto e il trauma maggiore. «Il direttore del dipartimento Emergenzaurgenza scrivono le rappresentanze dei medici ha individuato e proposto unilateralmente, in palese 3contraddizione con le dichiarazioni pubbliche della politica e del direttore Desideri, una serie di modelli che avranno delle conseguenze, per esempio la mancanza di “filtro” sul territorio, e quindi l’ aggravarsi del sovraffollamento nei pronto soccorso». «Si sceglie un sistema proseguono i medici dell’ Emergenzaurgenza che insieme alle risorse economiche sposta la responsabilità della gestione del cittadino in difficoltà dal personale sanitario al mondo del volontariato, elemento certo indispensabile ma che non può essere abbandonato a se stesso e caricato di responsabilità medicolegali inaccettabili. Viene spacciato per un potenziamento della risposta all’ emergenza sanitaria l’ incremento delle ambulanze Blsd (con un autista e un soccorritore! ) in luogo delle postazioni con medico e infermiere passaggio già prospettato e approvato dai sindaci dell’ area grossetana in un territorio e una popolazione in cronica sofferenza per la vastità e per la complessità orografica». Infine si lamenta la cronica carenza di medici, «mai affrontata in maniera efficace dalle amministrazioni dei vari livelli tramite una seria politica di assunzioni e turnover». Ce n’ è anche per la politica. «Notiamo una manifesta incapacità delle istituzioni politiche di rendersi conto di quanto si prospetta a breve. È tuttavia patrimonio comune, oltre che evidenza scientifica, che un soccorso avanzato e quindi efficace sul territorio non può prescindere da un’ équipe completa nelle sue componenti diverse e complementari: medico, infermiere e volontari. Qualunque altra soluzione ipotizzata non rientra nei canoni scientifici universalmente riconosciuti. Si passa da un modello di soccorso avanzato (con sanitari professionisti) a un modello di soccorso di base (con personale volontario), senza neanche l’ immorale motivazione del risparmio economico».
Fonte: Il Tirreno Grosseto