
I sindacati si schierano insieme contro la politica sanitaria regionale, in particolare contro l’intenzione di ridurre le spese per il personale, oltre a quelle per i farmaci, manifestata di recente a tutti i vertici della sanità dal governatore Enrico Rossi. La scorsa settimana Cgil, Cisl e Uil sono partiti all’attacco. «In assenza di una rapida riapertura del tavolo e risposta su questi temi affermano ci vedremo costretti, nostro malgrado, ad aprire lo stato di agitazione ed una mobilitazione forte su un tema così delicato e che da troppo tempo continua ad essere sottovalutato». Secondo i confederali «si chiamano a livello aziendale i sindacati e si paventano pre-dissesti», citando il tetto di spesa fissato dalla Legge di bilancio 2018. La norma prevede che la spesa per il personale sia inferiore dell’1,4% a quella del 2004. «Noi vorremmo sapere piuttosto, con esattezza e con numeri certificati, di quanto è cresciuta la spesa a vantaggio delle case farmaceutiche. È possibile che da anni si continui a far crescere queste voci di spesa mentre il personale, con un blocco degli stipendi da 8 anni, debba ancora una volta essere chiamato a pagare il conto? Noi vorremmo sapere con esattezza come si spendono le risorse per il personale. Pretendiamo che si investa per assumere dove ce n’è bisogno, ovvero sugli operatori». I conti della sanità toscana per il 2017 sarebbero in pareggio, come detto anche di recente dall’assessorato, ma si teme di non farcela nel 2018, proprio a causa delle due voci che più fanno patire i direttori generali in questo periodo. La prima è la spesa farmaceutica, settore nel quale la Toscana ormai da tempo non è più tra le Regioni più virtuose, soprattutto se si considera quella convenzionata. Un tema però è anche quello del personale, intanto a causa della norma nazionale che impone un punto di riferimento molto basso, e lontano nel tempo, per la spesa. Per questo Rossi ha chiesto di agire anche su questa voce, cosa che sta facendo arrabbiare i sindacati.